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Commercio online e Coronavirus: c’è la coda anche per fare la spesa online


Roberta Soru - 13 Marzo 2020 - 0 commenti


Che l’Italia non fosse al passo con il digitale lo sapevamo da tempo. La pandemia da Coronavirus che sta terrorizzando il mondo della finanza e del commercio sta mettendo in luce le pecche di un paese non in grado di svilupparsi online.

Il telelavoro e lo smart working stanno mandando in tilt aziende, scuole e lavoratori non abituati a interagire e operare in questo modo. Negli ultimi giorni i trend hanno registrato un incremento del +25% di richieste per il commercio online e se imprese come Amazon, Esselunga e Carrefour stanno avendo un picco di vendita, non si può dire lo stesso per le modalità di consegna, la rete umana è in affanno.

Le ditte addette alle spedizioni non sono in grado di adempiere al servizio. Tempi di consegna biblici, con oltre 10 giorni di tempistica per consegnare le merci. La nostra agenzia è stata sommersa di richieste. Attualmente ci troviamo a realizzare, in tempi record, siti e-commerce che avrebbero richiesto mesi di lavorazione, in poche settimane. Dal settore alimentare, al beverage, agli articoli per la casa. Da Nord a Sud fioccano richieste.

Se da una parte l’arrivo di domande e le commissioni ci dia un barlume di speranza per sopravvivere alla crisi, dall’altra ci fa sorgere una marea di domande su come sia possibile nel 2020, che le persone si sveglino all’ultimo minuto e non siano pronte a interagire e gestire questo tipo di sistemi.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la catena di supermercati Conad ha visto salire gli ordini online fino a quota 90 mila al giorno, quando abitualmente ne gestiva all’incirca 3 mila. Idem per Coop Lombardia nella città di Milano, che nell’ultimo periodo ha raddoppiato il numero di richieste di spesa e consegna a domicilio.

Commercio online e consegne in affanno

In una situazione simile scatta l’allarme logistica, come abbiamo segnato all’inizio di questo post. I lavoratori chiedono di limitare le spese. Anche Filt Cgil Lombardia segnala le difficoltà e chiede chiarimenti per tutelare i lavoratori adatti alle consegne. Si chiedono maggiori garanzie e protezioni. Dal canto nostro potremo vedere questo incremento di trend come una manna dal cielo. Un inaspettato miracolo e salvagente per restare a galla in un settore che sta andando a fondo come il Titanic.

L’essere abituate allo smart working ci ha rese più efficienti rispetto a chi si occupa di logistica e la nostra rete ha dimostrato di avere meno falle di quella online italiana. Ci siamo sollevate le maniche e ci siamo messe a lavoro. L’economia di un paese fermo si aiuta anche così. Lo stare a casa sta fruttando molto di più di quando lamentino competitor e colleghi. Le richieste sono tante, forse troppe e c’è pane per tutti. L’importante è avere denti!

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